“Potresti consigliarmi un libro in italiano sulla dieta low FODMAP?”
Fino ad oggi, ho sempre risposto a questa domanda dicendo che i pochi libri in commercio contenevano informazioni poco precise: sconsigliavo perciò di acquistarli per evitare di creare confusione.
Oggi finalmente posso rispondere positivamente a questa domanda e consigliarvi un libro dal titolo A proposito di FODMAPs. In prima linea contro il gonfiore e non solo, scritto dalla dott.ssa Barbara Zanini, assegnista di ricerca (Università degli Studi di Brescia) e da Marco Martinelli, chef e formatore.
Conoscendo ormai bene la dieta lowFODMAP, inizialmente temevo che il libro fosse una mera ripetizione delle informazioni reperibili su internet o nei libri già in commercio (in inglese), invece mi sono dovuta ricredere.
A partire dalla interessante introduzione, a cura del prof. Alberto Lanzarini, direttore della cattedra di Gastroenterologia (Università degli Studi di Brescia), questo libro non solo tratta di FODMAP, ma indaga la natura e le possibili cause di una sindrome molto complessa come quella dell’intestino irritabile. Viene posto l’accento sulla SII come disturbo funzionale, la cui intensità è spesso influenzata dallo stato emotivo, inoltre viene introdotto il concetto cruciale di ipersensibilità viscerale.
Merito del libro è poi senza dubbio quello di rimarcare, sin dall’introduzione, l’utilità e la funzione pre-biotica dei FODMAP. È importante tenere presente che la dieta lowFODMAP non promuove lo stato di salute nella popolazione generale: mentre per i soggetti con disturbi intestinali la riduzione dei FODMAPs può portare sollievo e controllo dei sintomi, per tutti gli altri “i FODMAPs non rappresentano alcun pericolo […], ma svolgono anzi una importante azione pre-biotica”.
Nella sezione dal titolo Le basi scientifiche, la dott.ssa Zanini descrive brevemente l’anatomia dell’apparato digerente, specificando la funzione di ogni organo. Il secondo capitolo è invece dedicato alla sindrome dell’intestino irritabile: vengono illustrati i sintomi, i criteri diagnostici e si torna a parlare di ipersensibilità viscerale. Infine viene descritta la teoria oggi più accreditata sulla genesi della SII: il modello biopsicosomatico, che pone l’accento sull’interazione di vari fattori, biologici, comportamentali, psicosociali e ambientali, tra cui il cibo.
Interessante anche la sezione dedicata a Come il cibo può scatenare sintomi, in cui si fa chiarezza sulla cosiddetta “scienza” delle intolleranze alimentari, spesso sostenuta dalle case di produzione dei test delle IgG, la cui ricerca in molti casi è stata dimostrata irrilevante e non supportata da prove di evidenza.
I capitoli seguenti sono dedicati nello specifico ai FODMAPs: viene spiegato il motivo per cui i questi carboidrati scatenano sintomi in alcuni individui che soffrono di disturbi funzionali (come la SII), ma si insiste di nuovo sugli effetti benefici degli stessi per il resto della popolazione.
Nel libro viene incluso un questionario che permette a chi legge di riconoscere e misurare il livello di intensità dei propri sintomi.
I capitoli successivi illustrano la dieta low FODMAP, riportando in molti casi le indicazioni presenti nel libro ufficiale (in inglese). Viene poi inclusa una piccola guida su quali alimenti a basso contenuto di FODMAPs comprare quando si va a fare la spesa, mentre l’ultimo capitolo è dedicato alla fase di reintroduzione, una tappa fondamentale di questa dieta che non va ignorata e deve essere in tutti i casi guidata e monitorata da un esperto.
Mi permetto di segnalare un paio di imprecisioni: nella tabella a pp. 54-55 vengono indicati ceci e lenticchie in crema tra gli alimenti a moderato contenuto di FODMAPs. Poiché la tabella ricalca abbastanza fedelmente quella a p. 28 del libro di Sheperd-Gibson (vedi sopra), credo che “ceci e lenticchie in crema” sia in realtà l’errata traduzione di “well-rinsed canned chickpeas and lentils”, che invece fa riferimento ai ceci e lenticchie in scatola ben sciacquati. Infatti, come avevo spiegato in questo articolo, i legumi in scatola contengono meno GOS (FODMAP) rispetto ai legumi secchi poiché i FODMAP, essendo idrosolubili, si disperdono nel liquido di conservazione. Ridurre i legumi in crema invece non farebbe diminuire i loro contenuto di FODMAP.
Riferendosi infine al contenuto di FODMAP degli alimenti, si dice poi che i valori esatti sono stati pubblicati solo parzialmente, tuttavia vorrei ricordare i che i ricercatori della Monash University hanno già misurato il contenuto di FODMAP di molti cibi rendendo disponibili i risultati tramite uno strumento prezioso: la Monash App. Una lista parziale degli alimenti testati potete trovarla qui sul mio blog.
La seconda sezione del libro, oltre ad un menù settimanale low FODMAP, contiene molte ricette sfiziose e di facile realizzazione.
In conclusione, consiglio vivamente l’acquisto di questo libro, che senza dubbio costituisce una guida pratica non solo per chi vuole iniziare a seguire la dieta, ma anche per gli esperti del settore.
Potete acquistare il libro sul sito de La Scuola di Cucina Intelligente.
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